Come e Quando Dare l'Antivegetativa al Gommone

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Data:
21/06/2021
Autore:
Redazione
La nostra redazione affonda le radici nell'indiscussa autorità di casa nostra nel campo della nautica inflated
“La questione è di quelle che accendono la discussione in qualsiasi forum di gommonauti e, a dispetto del titolo, il primo aspetto da considerare non è come e quando ma SE sia davvero necessario utilizzare l'antivegetativa per proteggere il vostro gommone. Prima di entrare nel merito di tutti gli aspetti tecnici, vi anticipiamo la risposta: dipende.”

Maneggiare con cura

Tra i pro e i contro da considerare c’è sicuramente l’impegno che questo genere di manutenzione richiede in termini di tempo e manodopera. Inoltre, se avete intenzione di eseguire il lavoro da soli dovete assicurarvi di farlo in un ambiente ben areato e con le dovute protezioni perché le sostanze che vi troverete a maneggiare hanno un potenziale nocivo sia per voi che per l’ambiente che, in alcuni casi, per il vostro battello. 


Il partito del sì

Ovviamente ci sono molti pro dalla parte delle antivegetative, al punto da rendere indispensabile l’utilizzo in molti casi. La crescita di alghe e incrostazioni aumenta l’attrito con l’acqua peggiorando le prestazioni e i consumi. Ma soprattutto, non proteggere il vostro scafo se progettate di lasciarlo in acqua per lunghi periodi potrebbe portare a danni irreversibili alle carene. Ogni scafo ha infatti un certo grado di porosità e qualsiasi agente che lo aggredisce finisce inevitabilmente per compromettere l’integrità del gelcoat e per lasciare via libera all’ingresso di acqua. Rimediare a danni di questo tipo non è facile né economico e in alcuni casi è semplicemente impossibile.


Antivegetativa, questa sconosciuta

Ma cosa sono le antivegetative? In linea generale, si possono definire come delle vernici pensate per proteggere le carene delle imbarcazioni che devono la loro efficacia alla presenza di biocidi (il più diffuso è l’ossido di rame), rilasciati nell’ambiente in maniera controllata, in modo da risultare efficaci solo in prossimità della barca. A grandi linee possono essere catalogate in autoleviganti e a matrice dura: le prime sfruttano anche l’effetto meccanico dell’acqua per mantenere pulito lo scafo, e sono in generale più facili da rimuovere perché lo strato di vernice si assottiglia progressivamente, le seconde invece fanno affidamento solo sull’azione chimica. 


E i tubolari?

Nonostante esistano vari prodotti che vengono messi in commercio come specifici per questa destinazione d’uso, sconsigliamo decisamente di utilizzare questi composti chimici (al pari di qualsiasi altro detergente aggressivo) sulle parti in gomma. La ragione è che rischiereste di esporre le suddette parti, soprattutto le giunture tra le varie sezioni, a un rischio di deterioramente talmente consistente da superare di gran lunga i possibili benefici. 


Quando è indispensabile e quando farne a meno

Questo è ovviamente il punto centrale. il fattore chiave è il tempo: sei un tipo da varo e alaggio in giornata? Puoi tranquillamente farne a meno. Ma se pensi di lasciare in acqua il tuo gommone per tre settimane consecutive o più, sei decisamente nella casistica di chi non può rinunciare a proteggere il suo scafo con delle vernici antivegetative.


Prima di passare al vero e proprio ‘How to’ vi vogliamo dare un consiglio della massima importanza: dare l’antivegetativa, in particolare su uno scafo nuovo, è un lavoro lungo e faticoso. Il nostro suggerimento è di affidarvi a un cantiere per essere sicuri di portare a casa un risultato ottimale, indipendentemente da quale sia il vostro livello di manualità. Ma se non potete rinunciare al piacere di prendervi cura in prima persona del vostro gommone ecco alcuni suggerimenti.


Prima di iniziare: safety first

Come abbiamo già detto, si tratta di composti chimici velenosi e che richiedono tutte le attenzioni del caso (ambiente areato, guanti, occhiali da lavoro, mascherina con filtri di carbone attivo). 


Scafo usato, occhio ai residui

Nel caso di uno scafo usato, prima di iniziare a passare la vernice sulle carene dovete assicurarvi di aver rimosso ogni residuo di precedenti ‘mani’ di vernice antivegetativa o di altre impurità presenti sull’opera morta: un’idropulitrice potrebbe essere sufficiente in molti casi, in aggiunta potete ricorrere a uno sverniciatore nautico. La levigatrice è invece un attrezzo adatto a mani esperte: se sei nella condizione di doverlo utilizzare si ritorna al punto 1 e cioé, valuta se  non sia il caso di affidarsi a un professionista.


Scafo nuovo, questione di grip

Qui le cose si fanno più complicate. Uno scafo mai varato è infatti molto liscio quindi dovrete opacizzarne la superficie per facilitare il grip della vernice. Ovviamente bisognerà utilizzare una carta molto fine per evitare di incidere eccessivamente sul gelcoat (una 400 indicativamente). Allo stesso scopo servirà il primer che dovrete utilizzare (vi consigliamo un paio di mani) prima di procedere alla verniciatura vera e propria.


La verniciatura 

Ricoperto il carrello con un telo di nylon, indossata maschera a carboni attivi e guanti, carteggiato e/o ripulito lo scafo siete pronti a cominciare. L’utilizzo di rulli vi renderà più rapido il lavoro ma qui non ci sono indicazioni specifiche: pennello, rullo o spray la scelta è personale. Ricordatevi il mattino seguente di verificare che non ci siano punti scoperti e di spostare leggermente il gommone sul carrello in modo da coprire anche i punti dove appoggiava quando avete fatto il grosso del lavoro.

 


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21/06/2021
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